Intossicazione da monossido di carbonio

Esposizione al Monossido di Carbonio con inalazione, che comporta il manifestarsi di una sintomatologia variabile (in funzione del tempo di esposizione e della concentrazione del gas nella miscela respiratoria) che parte da nausea e vomito e arriva a sintomi neurologici importanti quali perdita di coscienza, coma e morte.

Bibliografia utilizzabile ai fini dell’individuazione delle prove di efficacia

I rapporti di Technology Assesment del Medical Services Advisory Committee australiano e dall’AETMIS canadese del 2000 indicano che l’ossigeno terapia è largamente accettata come intervento standard nel trattamento di queste condizioni per le quali esistono limitate alternative di trattamento.

Per quanto concerne l’intossicazione da monossido di carbonio, la versione italiana di Clinical Evidence (quarta edizione, gennaio 2006, basata sulla versione quattordicesima inglese aggiornata all’agosto 2004) riporta che in assenza di studi randomizzati che non sarebbero etici, da studi osservazionali risulta che l’utilizzo di ossigeno al 100% mediante maschera o intubazione endotracheale in intossicazioni di varia gravità è universalmente riconosciuta utile, anche se non è chiaro quale sia la durata ottimale del trattamento.

L’utilizzo dell’ossigeno al 100% iperbarico alla pressione di 2-3 atmosfere entro 24 ore in intossicazioni da moderate a gravi ha prove limitate che possa ridurre le sequele cognitive a 6 settimane rispetto all’ossigeno normobarico. Tuttavia non è chiaro quali siano i dosaggi e i tempi di somministrazione ottimali e quali siano i soggetti che possono trarne maggiore beneficio. L’impiego di ossigeno al 100% iperbarico in intossicazioni lievi non ha prove di efficacia riguardo allo sviluppo di complicanze neurologiche tardive, rispetto all’impiego di ossigeno 100% normobarico.

Una revisione Cochrane (Hyperbaric Oxygen for Carbon Monoxide Poisoning, 2006, 1) basata su 6 trial randomizzati non ha potuto dimostrare se la somministrazione di OTI in pz con intossicazione da monossido di carbonio riduca l’incidenza di esiti neurologici ed evidenzia la necessità di effettuare ulteriori studi di buona qualità.

In base alle evidenze presenti in letteratura e su indicazione della Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica (SIMSI), si adottano i seguenti criteri di inclusione:

  • in coma
  • con momentanea perdita di coscienza
  • con sintomi neuropsichiatrici (cefalea, nausea, vomito, vertigini, modificazioni caratteriali, etc.)
  • con acidosi metabolica scompensata
  • pz con dolore toracico e segni ecg di ischemia miocardica ed aritmie
  • pz in gravidanza
  • bambini in eta’ < 6 mesi per la presenza di hbf

Fermo restando che il valore di COHb è indicativo solo per la diagnosi di intossicazione da monossido di carbonio e, non è di per sé indice di gravità dell’intossicazione, si consiglia, in attesa di ulteriori approfondimenti scientifici e in via transitoria, il trattamento di:

Asintomatici con cohb > 25%
Asintomatici con età < 12 anni con: cohb > 10%
Asintomatici con pregressa ischemia miocardica con cohb > 15%

Posologia

I tempi terapeutici sono variabili, ma la pressione deve essere compresa tra 2.5 e 2.8 ATA.
Non si ritiene utile continuare la terapia oltre la 5a seduta.

Bibliografia raccolta sull’argomento

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Thom SR, Taber RL, Mendiguren, II, Clark JM, Hardy KR, Fisher AB. Delayed neuropsychologic sequelae after carbon monoxide poisoning: prevention by treatment with hyperbaric oxygen. Ann Emerg Med 1995; 25:474-80.


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Thom SR, Keim LW. Carbon monoxide poisoning: a review epidemiology, pathophysiology, clinical findings, and treatment options including hyperbaric oxygen therapy. J Toxicol Clin Toxicol 1989; 27:141-56.


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